venerdì 25 settembre 2009

Bibliografia di Vittorio Paliotti

SAGGI E DOCUMENTAZIONI

2011

I Misteri di Villa Rosebery
Editore: Stamperia del Valentino




Villa Rosebery, luogo dell'immaginario, delizia negata alla città per la sua destinazione istituzionale: sede napoletana del presidente della Repubblica. Quasi mai concessa agli avidi sguardi del pubblico, è stata oggetto solo di rare pubblicazioni e tutte attente alla descrizione fisica dei luoghi.


Questo libro, invece, è tutt'altro: ne descrive la vita che ha ospitato, l'umanità ed i sentimenti dei suoi occupanti, non sempre fortunati, non sempre felici. E ripercorre la storia, quella drammatica, che l'ha segnata: dalla sua edificazione, frutto dei "trenta denari" di un tradimento, che portò alla forca uno dei martiri del '99, l'ammiraglio Francesco Caracciolo, all'abdicazione di Vittorio Emanuele III, alla caduta dello stesso "re di maggio", Umberto II di Savoia, con la conseguente partenza della famiglia reale per l'esilio portoghese.


Un libro a tratti commovente che riscatta con l'umanità le truculente origini di questo mitico seppur negato simbolo della napoletanità.



2011

L'ITALIA CHIAMO'
La canzone nazionale e politica dall'Unità all'ultima guerra
(Franco di Mauro Editore)



150 ANNI DI CANZONI PATRIOTTICHE E POLITICHE


La storia d’Italia può essere raccontata anche attraverso le canzoni. Così come col semplice aiuto delle canzoni è possibile venire a conoscenza delle vicende relative a tutti i partiti politici italiani, da quello comunista a quello socialista, da quello fascista a quello democristiano. In particolare gli eventi che iniziano col Risorgimento e che comprendono la seconda guerra mondiale, dispongono di una vera e propria colonna sonora.

Vittorie ma anche sconfitte, speranze ma anche delusioni, sono state sempre sottolineate, in Italia, da canti che talvolta raggiungono la solennità degli inni. E’ appunto questa eredità culturale, spesso esaltante talvolta scomoda, che viene recuperata nel più recente libro di Vittorio Paliotti dal titolo “L’Italia chiamò – 150 anni di canzoni nazionali e politiche” (Franco Di Mauro editore, pagg. 190 euro 15). Inutile chiarire che il libro, scritto appunto in occasione dei festeggiamenti per il cento cinquantenario dell’unità d’Italia, è appunto un modo, avvincente e appassionante, di ripercorrere le maggiori tappe della storia del nostro Paese.

Agli albori del Risorgimento, per invocare l’unità d’Italia ci si avvalse di brani ricavati dal melodramma, come è il caso di “Va’ pensiero”, ma presto si poté contare su un testo, come “L’inno di Mameli” (oggi adottato dalla Repubblica italiana) il cui autore morì combattendo proprio per l’ideale unitario. Si nutrono poi, gli anni del Risorgimento, di canti di origine popolare quali “Addio mia bella addio” e “La bella Gigogin”. Ma già la Grande Guerra 1915-18, inizialmente caratterizzata da canti creati dai soldati stessi, come “Sul ponte di Bassano”, riceve una benefica scossa da “La leggenda del Piave”, versi e musica di un impiegato postale napoletano, E.A. Mario, già noto come autore dialettale. Versi di questo inno (“Il Piave mormorò: non passa lo straniero!”) servirono alla vittoria italiana, è stato notato, molto più delle strategie di certi generali.

L’indagine condotta con grande accuratezza da Vittorio Paliotti, comprende, per quel che riguarda il primo dopoguerra, canzoni come “Me ne frego”, dei fascisti, “Bandiera rossa” dei socialisti e “Biancofiore” dei popolari (futuri democristiani), l’”Inno dei lavoratori” di Filippo Turati e “L’internazionale”. Poi il regime con “Giovinezza” (che in origine era un canto di studenti che davano l’addio all’università) con “Fischia il sasso”, cantata dai balilla, con “L’inno a Roma” su musica di Giacomo Puccini), e chi più ne ha più ne metta. Quindi l’impresa etiopica con “Faccetta nera” e “Io ti saluto e vado in Abissinia”. E la seconda guerra mondiale con “La sagra di Giarabub”, “Caro papà”, “Camerata Richard”, “La canzone dei sommergibili”. Scritta, quest’ultima, da Guglielmo Giannini futuro capo del partito dell’Uomo Qualunque. Del tutto eccezionale il caso della canzone “Lilì Marlen” che, struggente e malinconica come era, venne tradotta, dal tedesco, in tutte le lingue; la cantavano soldati di eserciti in guerra fra di loro. Si canterà ancora dopo l’8 settembre: “Le donne non ci vogliono più bene” da una parte e “Bella ciao” dall’altra.

In questo libro, che può anche essere richiesto direttamente all’editore Franco di Mauro (tel. 081 662869) Vittorio Paliotti ha, in pratica, narrato la storia d’Italia attraverso le canzoni. “Mai rinnegare la propria storia, non più guerre, però”, sono le parole con cui l’autore dà il via a un’opera che piacerà a chi, anziano, vuol ricordare e a chi, giovane, vuol conoscere.


2008

(ed. Marotta e Cafiero)




Sandokan, il Corsaro Nero, il Capitano Nemo, Achab, ma anche Corto Maltese e Dirk Pitt. Sono solo alcuni dei personaggi che, insieme con i loro autori (Salgari, Verne, Melville, Pratt, Cussler) popolano il più recente libro di Vittorio Paliotti.
Naufragi, abbordaggi di pirati, assalti di pellirosse, esplorazioni in giungle abitate da selvaggi e da belve, escursioni fra i ghiacci dei due Poli, sono gli scenari, l’uno più imprevedibile dell’altro, che rendono i suoi capitoli quanto mai avvincenti.

L’ultimo lavoro di Vittorio Paliotti s’intitola “Il romanzo d’avventure” (Marotta e Cafiero editori, pagg. 238, euro 15,00).
Un titolo che già di per sé è tutto un programma, ma che il sottotitolo rende ancora più esplicito: “da Robinson Crusoe a Tex Willer”.

E’ questa la prima volta, occorre subito di osservare, che viene pubblicata una storia del romanzo d’avventure.
Stranamente, mentre esistono vari studi sul romanzo d’appendice, su quello poliziesco e di fantascienza, sul fumetto e sull’intera gamma di quella che può essere definita “letteratura di evasione” o di “azione”, nessuno si era mai impegnato in un lavoro organico sulla narrativa avventurosa.
Tutt’al più se n’era fatto qualche cenno nei saggi dedicati ai romanzi per ragazzi.

A colmare questa macroscopica lacuna ha provveduto, appunto, col suo più recente libro, Vittorio Paliotti. Con ogni probabilità, gli studiosi avevano avuto difficoltà ad accostare in un’unica opera critica, libri che sono considerati capolavori, come ad esempio quelli di Melville, Conrad, Stevenson o Kipling, a libri ritenuti di “consumo” come quelli, appunto, di Salgari e Verne, di Boussenard e May, per non parlare di London e Burroughs (ideatore, quest’ultimo, di Tarzan).

Ma Vittorio Paliotti ha saputo trovare la strada giusta per superare ogni ostacolo.
In ciò à stato favorito dal fatto che Emilio Salgari, fino a poco fa ritenuto diseducativo e come tale odiato da professori e pedagoghi, è stato recentemente sdoganato dalle università di Torino, di Napoli e di Catania diventando addirittura oggetto di studio e materia di insegnamento. Lo stesso è accaduto per Jules Verne in Francia, dove, in occasione del bicentenario, l’autore di “Ventimila leghe sotto i mari” e di “Il giro del mondo in ottanta giorni”, è stato ufficialmente celebrato a livello accademico.

Nell’originale opera di Vittorio Paliotti sono esaminati anche periodici diventati famosi come “Il giornale illustrato dei viaggi e delle avventure per terra e per mare” o “L’avventuroso”. E perfino i fumetti con personaggi quali l’Uomo Mascherato, Cino e Franco, e Jim della jungla.

In realtà, per poter arrivare a scrivere “Il romanzo d’avventure”, Vittorio Paliotti ha impiegato anni e anni di lavoro, essendosi dovuto spostare nelle biblioteche più lontane e più impensabili, e avendo dovuto esaminare una materia rimasta, al livello culturale, del tutto inesplorata.

Ma il libro che è nato da questa faticosissima ricerca, è un libro che si legge con lo stesso piacere con cui si legge un romanzo d’avventure. C’è sempre un pirata, o un tugh, o un pellerossa in agguato, dietro ogni pagina.

Ma il lieto fine è assicurato.


2007

(Giunti Editore)



2007

(ed. Marotta e Cafiero)



2006

2006
2006





Soldati americani che dipingono cartoline col Vesuvio, pionieri della radio e del cinema, scrittori emergenti o contestati, costruttori di aerei, preti intraprendenti, lazzaroni del re e sognatori del Duce, cuori solitari ma non troppo, pazzi veri e finti, mecenati, magliari: ecco alcuni dei personaggi di questo smagliante libro, composto da storie fondate tutte su una rigorosa documentazione e che rischiavano l'oblio. I più giovani non sempre lo sanno, ma Napoli visse la sua ultima grande stagione di prorompente vitalità fra il 1943 e il 1963. Fu proprio allora che fiorirono iniziative di grande respiro, magari anche un po' strambe, che si collegavano spesso a eventi del passato e che avranno degno sviluppo nel più immediato futuro. "Ha da passa' 'a nuttata", aveva profetizzato Eduardo De Filippo.


2006

Storia della camorra

I riti, le vicende, i protagonisti di una setta che da cinque secoli impone tangenti ai napoletani. Gesta, delitti e amori di capintesta, guappi, mammasantissima e giovanotti onorati.

La camorra visse il suo momento trionfale nel settembre del 1860 quando, durante il passaggio dei poteri tra il governo borbonico e i volontari di Garibaldi, fu incaricata, da un ministro dell’interno, di provvedere al mantenimento dell’ordine
pubblico: fu così che questa setta di estorsori andò al potere creando i presupposti per future azioni politiche. Solo da qualche anno il codice penale italiano ha preso atto dell’esistenza di associazioni a delinquere di tipo camorristico, ma in un contesto riguardante la mafia. In realtà, anche se oggi non c’è tanta differenza tra i due sodalizi criminosi, la camorra ha un proprio specifico e una propria storia che vanno a innestarsi, dal Cinquecento in poi, nel vivo del costume napoletano. In questo libro, opera di uno dei grandi interpreti di Napoli, viene individuata l’origine spagnola della camorra, e precisata la leggendaria etimologia del termine; si seguono le vicende della «Bella Società Riformata » soprattutto nelle sue radici ottocentesche, si dipanano imprese e vicissitudini di «capintesta» e «capintriti». Ci vengono svelati i simboli e le regole di un mondo misterioso: la «Gran Mamma», sorta di tribunale supremo; i riti iniziatici per l’accettazione di nuovi adepti; le «zumpate
» e i «dichiaramenti», ovvero i duelli con cui si risolvevano le controversie. Assistiamo, attraverso le pagine di Vittorio Paliotti, al progressivo imborghesimento della camorra fino a quando, nel primo decennio del Novecento, carabinieri volenterosi
riusciranno a debellare l’organizzazione. Ma nel dopoguerra la camorra risorge: non è più una setta, è una holding che insinua i suoi tentacoli in tutta la Campania. Ieri come oggi camorra è sinonimo di tangente.


2005



2005 (ed. Pironti II ediz.)




A trasformare Forcella, pacifica strada della vecchia Napoli, in un'autentica Casbah, furono gli angloamericani nel dopoguerra. Da sede del più straordinario mercato dell'Europa sconfitta e centro del contrabbando mediterraneo, Forcella divenne poi feudo della camorra. Frutto di attente ricerche, questo libro introduce il lettore in un mondo che ha dell'inverosimile: faccendieri che vengono proclamati re, popolane che fanno figli in serie per sottrarsi al carcere, pirati che comandano navi-fantasma. E, su tutto, l'ombra di una setta secolare. Ma Forcella è anche la strada che, con i suoi traffici, salvò Napoli dalla fame e che ha affascinato personaggi come Sophia Loren e Diego Maradona.


2003

Il Vesuvio con la cipria
(Altrastampa)


2001


Le banconote con la sirena Partenope, la patria del rococò, Salvatore Di Giacomo giornalista per Salgari, il manicomio dei camorristi, Piedigrotta in Parlamento, la dinastia dei Rothschild alla riviera di Chiaia, Buffalo Bill e gli scugnizzi, Rossini prigioniero, il Palazzo Venezia a Spaccanapoli, il vico Femminelle. E poi Padovani il fascista che si oppose a Mussolini, Bordiga il comunista che sfidò Lenin, De Nicola il monarchico che inaugurò la Repubblica. Vicende, aneddoti, personaggi di una città che non finisce mai di stupire in un libro ricco di spunti a volte comici a volte drammatici.


2001

Il Salone Margherita e la Belle Epoque
(ed. Altra Stampa)



1992

In Campania


1977

La Macchietta
(ed.Bideri)




2004

(ed.Newton & Compton)



Le biografie di Antonio Cardarelli, medico, e di Giuseppe Marotta, scrittore, danno avvio a una carrellata di eventi e persone napoletani meritevoli di non essere dimenticati. È il caso di Paola Riccora, autrice di due commedie messe in scena da Eduardo De Filippo; di Salvatore Ragosta autore del testo teatrale che lanciò Raffaele Viviani; di Alberto Della Valle, l'illustratore che diede un volto a Sandokan e agli altri eroi di Emilio Salgari. Il primo giornale italiano con disegni umoristici, inoltre, fu pubblicato a Napoli, come anche il primo rotocalco e i primi fumetti d'Italia. Sempre a Napoli venne impiantata la prima fabbrica di dischi, così come dalla città partenopea si diffusero i primi manifesti a colori.


La Satira a Napoli

2002

(ed.Newton & Compton)



I riti, le vicende, i protagonisti di una setta che da cinque secoli impone tangenti ai napoletani. Gesta, delitti e amori di capintesta, guappi, mammasantissima e giovanotti onorati.

La camorra visse il suo momento trionfale nel settembre del 1860 quando, durante il passaggio dei poteri tra il governo borbonico e i volontari di Garibaldi, fu incaricata, da un ministro dell’interno, di provvedere al mantenimento dell’ordine
pubblico: fu così che questa setta di estorsori andò al potere creando i presupposti per future azioni politiche. Solo da qualche anno il codice penale italiano ha preso atto dell’esistenza di associazioni a delinquere di tipo camorristico, ma in un contesto riguardante la mafia. In realtà, anche se oggi non c’è tanta differenza tra i due sodalizi criminosi, la camorra ha un proprio specifico e una propria storia che vanno a innestarsi, dal Cinquecento in poi, nel vivo del costume napoletano. In questo libro, opera di uno dei grandi interpreti di Napoli, viene individuata l’origine spagnola della camorra, e precisata la leggendaria etimologia del termine; si seguono le vicende della «Bella Società Riformata » soprattutto nelle sue radici ottocentesche, si dipanano imprese e vicissitudini di «capintesta» e «capintriti». Ci vengono svelati i simboli e le regole di un mondo misterioso: la «Gran Mamma», sorta di tribunale supremo; i riti iniziatici per l’accettazione di nuovi adepti; le «zumpate
» e i «dichiaramenti», ovvero i duelli con cui si risolvevano le controversie. Assistiamo, attraverso le pagine di Vittorio Paliotti, al progressivo imborghesimento della camorra fino a quando, nel primo decennio del Novecento, carabinieri volenterosi
riusciranno a debellare l’organizzazione. Ma nel dopoguerra la camorra risorge: non è più una setta, è una holding che insinua i suoi tentacoli in tutta la Campania. Ieri come oggi camorra è sinonimo di tangente.


2001

San Gennaro
(ed. Bompiani)



Oggetto di venerazione e talvolta superstizione, San Gennaro rappresenta certamente un fenomeno culturale e religioso di grande interesse. Patrono di Napoli dal 472 dopo Cristo, il santo ha conosciuto più di mille e cinquecento anni di storia tra alterne vicende. Vittorio Paliotti ricostruisce la storia del culto di San Gennaro, rilevando aspetti che vanno al di là della pura religiosità, fino a svelare molti lati dell'anima di un popolo.


- Mi disse Napoli

2001 - Vacanze dorate (ed. La Conchiglia)

2000 (ed. Tempolungo)



- Santa Lucia il mare che diventa Napoli;

2000 - Storia della Canzone Napoletana (ed.Newton & Compton)



I primi canti popolari, le antiche villanelle, le melodie celebri in tutto il mondo e il sound di oggi rivissuti attraverso i loro autori e i loro interpreti, protagonisti irripetibili delle vicende liete e tristi, incredibili ma vere, di una città che è essa stessa la musica.


1992 -

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